Secondo mese dell’anno, primo ospite del 2021: è Klaus Lanzarini, sviluppatore iOS e appassioanto di tecnologia, creatore di Pragma Conference, una delle più grandi conferenze europee a tema Apple.
Il 2021 non ha fatto attendere per offrire qualcosa di inaspettato, impensabile e che non ci dimenticheremo facilmente.
Ne avevamo scritto nel numero scorso parlando della decentralizzazione, ma torniamo a quello è successo a Washington il 6 gennaio, analizzandolo da un altro punto di vista. Senza dubbio gli eventi culminati nell'assalto a Capitol Hill resteranno nella memoria collettiva per molto tempo, ma il motivo preciso per cui li ricorderemo forse si allontana dalle facili analisi politiche e va anche al di là della naturale reazione per un avvenimento così intenso.
Ognuno di quei gesti, ogni video, ogni striscione ed ogni atteggiamento condividono una precisa caratteristica: sembrano tutti parte di una performance artistica più che di un'insurrezione. Lo sciamano vestito con la pelle di bufalo, le scenette negli uffici dei senatori, le pose con le statue addobbate di cappellini e bandiere... tutto sembra pensato per poter essere postato sui social, aggiustato per essere "instagrammabile", costruito per generare meme e catturare l'interesse. Il colpo di stato in sé passa in secondo piano, la cosa importante è l'apparire bene nella foto ricordo: più che ad una protesta violenta, sembrava di assistere ad una reunion di influencer.
La politica è storicamente sempre stata performativa, la parola ha sempre avuto la meglio sull'azione, ma quello a cui abbiamo assistito è stato un vero e proprio show; se da un lato la tentata insurrezione si è rivelata un fallimento - nessun piano, nessun obiettivo, nessun risultato - è probabile che relativamente alla creazione di storie e di contenuti sia invece stata un completo successo. Un successo consolidato e reso credibile da migliaia di caricamenti in tempo reale nei profili dei partecipanti (non una grande idea a posteriori), quasi a voler dire "Sono entrato nel più grande centro di potere americano (e forse mondiale), e mi faccio i selfie!".
I social network hanno modificato in maniera radicale come percepiamo gli avvenimenti, hanno alterato i ritmi con cui viviamo le notizie, hanno amplificato le estremizzazioni, creando le bolle digitali. Gli eventi sono guidati meno da principi e più dalla costruzione di una narrativa, che può essere tale solo grazie alla possibilità di diffonderla massivamente.
E' plausibile che alla resa dei conti sarà questo tipo di contenuti ad avere sempre maggior potere, perché rappresenta la vera valuta in piattaforme online sempre più isolate dal mondo: in questi luoghi virtuali - al sicuro dai fatti verificati - ogni condivisione, ogni like rafforzerà la storia decisa, ogni contraddittorio sarà silenziato dalle foto e dai video... magari da un certo momento in poi, la realtà sarà sovrascritta da una sua versione più accattivante da raccontare, e forse quel giorno a Washington sarà davvero confuso per una vittoria.
I link di questa settimana
Sembra proprio che gli store digitali si stiano mangiando tutto.
Facebook insiste che l'invasione della privacy sia un suo sano diritto, e cerca di confondere le acque usando il vecchio trucco dei dati cherry-picked contro Apple.
Pare che la Marina Americana abbia a disposizione dei brevetti davvero incredibili.
Una fantastica intervista alla persona che ha prodotto per 20 anni le famose presentazioni di Steve Jobs.
Per finire, rilassati con i rumori di una foresta random in giro per il mondo.
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