Io considero Facebook come un'azienda criminale, e mi dispiace per le persone in buona fede che ci lavorano - immagino ci siano, siamo dappertutto. La totale, drammatica mancanza di empatia dei direttori e dei manager, a cominciare da Mark Zuckerberg, è piuttosto evidente: continuano a implementare funzionalità e prendere decisioni incuranti degli effetti che avranno nelle vite delle persone che popolano la loro piattaforma - e indirettamente, tutti. Le motivazioni alla base di queste scelte sono commerciali, com'è ovvio che sia per qualsiasi attività che abbia uno scopo di lucro - e ci mancherebbe. Ma quando raggiungi il numero di utenti che ha raggiunto Facebook, disinteressarsi delle conseguenze delle proprie decisioni commerciali può essere figlio d'ingenuità, ai primi tempi; poi quando continuano imperterriti nonostante tutte le dimostrazioni e prove dei problemi che potrebbero essere mitigati con un minimo di accortezza da parte della piattaforma, be', allora non ti interessa niente. Passi dalla parte dei cattivi, per quel che mi riguarda.
Non è che Twitter sia in una posizione migliore, tutto sommato: si salva perché ha un settimo, o giù di lì, degli utenti del concorrente diretto. Per fortuna ha smesso di inseguire Facebook su tutte le funzionalità, e ricominciato a lavorare sulla propria piattaforma e i propri utenti. Rimane un posto tossico per molti motivi (dai misogini ai nazisti, tanto per citarne un paio), e diverse sue scelte mi lasciano allibito. Ma l'altro giorno ha tirato una sberla notevole, in termini di PR, a Facebook, quando Jack Dorsey, CEO, ha detto che dal 22 novembre non pubblicheranno più annunci politici a pagamento.
La contrapposizione con Facebook è diretta e immediata: in queste settimane Zuckerberg ha detto invece che Facebook pubblicherà qualsiasi cosa per la quale vengono pagati, compresi gli annunci politici che contengono falsità.
Ovviamente bisogna vedere come evolverà la situazione, ma per il momento mi sembra che Twitter abbia segnato un punto a proprio favore. (Incidentalmente, è anche l'unico social network che mi piace frequentare.)
Qui in Italia negli ultimi giorni s'è scatenata una discussione attorno all'anonimato in rete, grazie a una proposta insensata di un esponente di Italia Viva. Non ho ancora trovato un riassunto completo della situazione, con un commento altrettanto completo, ma nel frattempo questo tweet di Massimo Mantellini riassume perfettamente la questione.
Sono nati i domini '.new', che funzionano in maniera molto ingegnosa: se si digita 'doc.new' si crea un nuovo Google doc; con 'word.new' un nuovo documento Word; con 'playlist.new' una playlist di Spotify. Ovviamente bisogna essere iscritti e all'interno di quelle piattaforme, in quel momento, per poterne usufruire.
Un'azienda che si occupa di moderare i commenti per Facebook, Google e Twitter ha gettato la spugna: non li modererà più.
NRS è la newsletter di cultura e tecnologia di INUTILE » associazione culturale. A cura di Francesca Balestrieri, Carmine Bussone e Matteo Scandolin. Per conoscere meglio INUTILE e i suoi progetti, visita il nostro sito. Puoi contattare la redazione di NRS via Twitter o via mail.
Associati per permetterci di continuare a lungo a fare NRS!