Lo scorso venerdì sera, durante la puntata di Propaganda Live su La7, l’ex-presidente del consiglio Romano Prodi ha brevemente portato alla luce il tema del “controllo” dell’utilizzo dei social network, condannando la totale sfera di influenza sui contenuti di paesi come la Cina, ma dicendo - in maniera molto abbozzata- che in fondo qualcosa andrebbe fatto per mettere qualche limite. Si potrebbe facilmente rimproverare al conduttore, Diego Bianchi - una persona che conosce molto bene la comunicazione su Internet fin dai primi tempi della Rete in Italia - di non aver proseguito il discorso dando qualche spunto di riflessione all’ex premier. Si potevano introdurre le classiche argomentazioni sul chi o cosa avrebbe dovuto controllare, come avrebbe funzionato un’organizzazione di questo tipo e soprattutto come avrebbe potuto, un meccanismo del genere, tutelare davvero la libertà di espressione del singolo.
Quello che c'è dietro
Quello che c'è dietro
Quello che c'è dietro
Lo scorso venerdì sera, durante la puntata di Propaganda Live su La7, l’ex-presidente del consiglio Romano Prodi ha brevemente portato alla luce il tema del “controllo” dell’utilizzo dei social network, condannando la totale sfera di influenza sui contenuti di paesi come la Cina, ma dicendo - in maniera molto abbozzata- che in fondo qualcosa andrebbe fatto per mettere qualche limite. Si potrebbe facilmente rimproverare al conduttore, Diego Bianchi - una persona che conosce molto bene la comunicazione su Internet fin dai primi tempi della Rete in Italia - di non aver proseguito il discorso dando qualche spunto di riflessione all’ex premier. Si potevano introdurre le classiche argomentazioni sul chi o cosa avrebbe dovuto controllare, come avrebbe funzionato un’organizzazione di questo tipo e soprattutto come avrebbe potuto, un meccanismo del genere, tutelare davvero la libertà di espressione del singolo.